giovedì 14 febbraio 2013

RELAZIONE SULLA INFORMATIVA DEL 14-02-2013 SULL'INCONTRO AVVENUTO NELLO STESSO GIORNO FRA IL MESSAGGERO E LA RSU CIRCA LA PROCEDURA DI LICENZIAMENTO IN MASSA AVVIATA:

RELAZIONE SULLA INFORMATIVA DEL 14-02-2013 SULL'INCONTRO AVVENUTO NELLO STESSO GIORNO FRA IL MESSAGGERO E LA RSU CIRCA LA PROCEDURA DI LICENZIAMENTO IN MASSA AVVIATA:

Il giorno 14 febbraio 2013, in sede Fieg, si è tenuta una lunga riunione tra i rappresentanti dell'azienda Messaggero, assistite dai funzionari della Fieg, e le rappresentanze sindacali unitarie dell'azienda stessa, assistite a loro volta dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di categoria. A parlare a nome del'azienda c'erano il direttore generale Alvise Zanardi, il capo del personale Alfredo Napoli e il direttore dell'area di preparazione, Silvio Biella.

La RSU ha iniziato la discussione illustrando le controproposte al piano aziendale presentato la volta scorsa, che comprendeva, tra le altre rinunce, una pesante cassa integrazione a 15 giorni mese per i lavoratori della sola area di preparazione.

Le posizioni sindacali sono state le seguenti:

1) La cassa integrazione è inaccettabile. Al suo posto si deve pensare a una forma, già sperimentata, di contratti di solidarietà. Essi prevedono un'assenza dal lavoro di un certo numero di giorni al mese, per i quali viene corrisposto dall'INPS al lavoratore l'80% dello stipendio. Il restante 20 è coperto dall'azienda.

2) Parte dell'ammontare della cifra chiesta dall'azienda come risparmio (2 milioni di Euro) è coperta dai 9 prepensionandi già decisi dal precedente accordo.

L'azienda ha mostrato all'inizio scarso interesse per i contratti di solidarietà, e solo nel seguito della discussione ha mostrato aperture in tal senso. Tuttavia essa ha ribadito che le misure proposte sono insufficienti a coprire le perdite ed è dunque tornata a chiedere l'estinzione di diversi premi aziendali, tra cui la produttività, oltre alla revoca della cassa mutua, l'abbassamento del valore del ticket restaurant e lo smaltimento obbligato delle ferie.

La RSU ha sollevato con forza la questione della necessità che i dirigenti stessi si decurtino una parte dello stipendio per via della crisi. Questa proposta ha trovato un'apertura solo nella persona di Silvio Biella. Il direttore generale Alvise Zanardi e il capo del personale Alfredo Napoli, invece non l'hanno ritenuta degna di alcun interesse, anzi il DG ha sottolineato che il suo stipendio non graverebbe sul bilancio del Messaggero, ma semmai su quello della Caltagirone editore.

Il confronto, che si è fatto parecchio aspro, si è spostato dunque sul problema della necessità di reperire le risorse economiche mancanti.

Per capire l'entità di questa cifra, la RSU ha proposto di rinunciare per un anno alla quattordicesima (beneficio economico di cui godono solo alcuni lavoratori del Messaggero in nome di vecchi accordi siglati). 

L'azienda ha dichiarato che questa rinuncia, pur non coprendo il 100% della cifra richiesta, avrebbe potuto comunque condizionare favorevolmente la chiusura della trattativa con conseguente ritiro della procedura di licenziamento.

La RSU ha chiesto di poter convocare le assemblee dei lavoratori per decidere il da farsi, e di fissare un nuovo incontro in FIEG per lunedì.

Riepilogando:

1) La procedura dei licenziamenti avviata dall'azienda Messaggero, non è stata ancora revocata: siamo al 17° giorno dalla sua apertura.

2) La cassa integrazione proposta per evitare i licenziamenti, si trasforma in contratti di solidarietà (a 24 mesi, come chiede la RSU, a 12 come vuole il DG Zanardi)

3) I 9 prepensionandi vengono annoverati nella somma dei risparmi conseguiti per il 2013.

4) Si dovrà valutare in Assemblea dei lavoratori se e come coprire la differenza tra la somma di deficit dichiarata (2 milioni di euro) e la quota fin qui raggiunta:

a) rinunciando a parte del valore del ticket
b) rinunciando alla produttività
c) riunciando alla 14esima mensilità.

La RSU chiederà mandato ai lavoratori, durante l'assemblea, di proseguire la trattativa o rifiutare tutto e continuare gli scioperi e perfino impugnare i licenziamenti quando verranno attuati. In sede sindacale si discuterà dell'eventualità di sciopero su scala regionale e nazionale di tutto il settore.

Il commento di parte della RSU è stato un laconico "fumata nera", circa la giornata di ieri, mentre c'è chi vede la rinuncia alla cassa integrazione come un'apertura importante.

Non è chiaro l'atteggiamento aziendale circa l'apertura di un possibile nuovo prepensionamento, prima che la legge 62 ex 416 possa esser forse modificata. L'apertura di tale procedura consentirebbe la riduzione degli esuberi. Di fronte all'incertezza della situazione, l'azienda mostra diffidenza.

E' chiaro invece che l'azienda non intende riaffidare il lavoro appaltato all'esterno ai poligrafici del Messaggero: se coloro che non godono dei requisiti per il prepensionamento auspicano in un loro futuro lavorativo in quest'azienda, possono solo sperare nei posti che potrebbero rendersi, di volta in volta vacanti a causa dei prepensionamenti.

Intanto siamo al 17esimo giorno dall'apertura della procedura dei licenziamenti (75 giorni complessivi, 58 rimanenti).

La parola ora è all'assemblea.

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  • Spartaco Leonidi La procedura di licenziamento dunque non viene ritirata, ma nonostante questo si continua a discutere. Non vogliamo con ciò accusare la RSU di incoerenza. Questi ragazzi stanno lavorando bene, pur con i pochissimi spazi di manovra che hanno (vogliamo dire nulli spazi di manovra?).

    Ma è la condotta aziendale a risultare vile, meschina, abominevole. Il capo del personale e il borioso direttore generale Alvise Zanardi (il grande guru del nuovo formato del Messaggero, che non pare abbia portato benefici al giornale. Ma a lui non importa dato che può farsi paravento della crisi), giocano sempre di più alla parte del poliziotto buono e del poliziotto cattivo al cospetto della RSU, e lo fanno anche in maniera stucchevole.

    La verità è che l'azienda che "ha a cuore deboli e famiglie" è diretta da una banda di volgari cravattari, di brutali estortori che tengono al guinzaglio i loro sbirri.

    "Devo recuperare 2 milioni di euro." è questo il diktat e non si discute. Come Monti taglia solo scuola e sanità , così questi soggetti tagliano e vessano la loro forza lavoro. "Non ho mai visto una proprietà che odia tanto i propri dipendenti" avrebbe dichiarato un ex dirigente.

    La RSU farà quel che deve fare e che potrà fare. Nessun biasimo. Molti di noi vorrebbero continuare gli scioperi. Noi personalmente, vorremmo far rigirare come un pedalino alle autorità questo e gli altri "piani di crisi" presentati dall'azienda. 

    Rimaniamo in attesa, ma il pensiero che con questi ottusi e bruti filistei il futuro sia sempre più incerto, non ci abbandona.

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