giovedì 28 febbraio 2013

LIBERAZIONE & IL MESSAGGERO: ANALOGIE FORZATE?

LIBERAZIONE & IL MESSAGGERO: ANALOGIE FORZATE?

Liberazione ha chiuso. Ma la sua storia, come quella di molti giornali simili (quelli che vivevano solo di sovvenzioni pubbliche) costituisce un preludio di quello che è successo poi anche ingiornali grossi (tipo il nostro). Ma anche quello che è seguito poi in queste piccole testate, potrebbe essere replicato (con le dovute differenze e con altri numeri) anche nel mondo dell'alta editoria.

Singolare che giornali come Liberazione, cioé dichiaratamente comunisti, forniscano delle idee all'avanguardia della precarizzazione del personale e del lento assassinio dei giornali, e le forniscano proprio a quei dirigenti rampanti delle grandi società, che dovrebbero essere il loro nemico.

Liberazione già da tempo affidava il disegno della pagina, fatto direttamente al computer, ai giornalisti. Da qui al trasferimento dei book pagine, l'invio e il taglio foto e l'utilizzo dei tag (cioé la videoimpaginazione camuffata da utilizzo di routine precostituite) utilizzata dai redattori e cronisti del Messaggero, non c'è una gran differenza.

Interrotti i finanziamenti ai giornali di partito, ecco che Liberazione mette tutti in cassa integrazione. Una situazione analoga a quella vissuta al Messaggero: la legge sui prepensionamenti, 62 ex 416 rischia di essere modificata in maniera insostenibile? Il Messaggero rischia di non poter più scaricare i propri costi sullo Stato? Ecco la minaccia dei licenziamenti e quindi i contratti di solidarietà (che per inciso sono stati utilizzati anche dal Liberazione prima della Cassa Integrazione).

E poi? Liberazione per continuare ad incassare i soldi dallo stato, dopo essersi liberata di 13 giornalisti, 17 redattori e 14 poligrafici, decide di realizzare un sito internet. La società editrice Mrc, socio unico il Prc, infatti, ha proposto la prosecuzone dell'attività attraverso un doppio prodotto: il sito internet, che costituisce una testata a sé, registrata al Tribunale,(«con l'aggiornamento della notizia di apertura nella fascia oraria 12-19 dal lunedì al sabato», in base a una selezione che «darà la priorità a notizie di politica interna, economia, sindacale sempre accompagnate da un breve commento del direttore») e due pagine in versione Pdf (una "Prima pagina" caratterizzata da «foto a tutta pagina con titolo breve e sommario argomentato, accompagnato da editoriale sul tema del giorno a firma di qualificati commentatori, anche esterni alla redazione» e «un'altra pagina di notiziario»). L'obiettivo della versione Pdf è«consentire la stampa in proprio da parte dei circoli Prc ai fini del relativo utilizzo politico-militante». In più la "Prima pagina" «continuerà ad essere trasmessa alle testate giornalistiche per le "anteprime" e le rassegne stampa televisive».

Cosa sta avvenendo al Messaggero? Si è firmato un contratto di solidarietà a 12 mesi (ne era stato firmato uno nel 2010 e un altro nel 2011) che dovrebbe essere replicato nel 2014...e intanto? Si continuano a tagliare le redazioni delle province, le copie calano e si punta molto sul sito web (che comunque continua ad essere notevolmente inferiore ai concorrenti) e si dà quasi più importanza alle copie diffuse su Ipad che in edicola. Le copie su Ipad in particolare, sono identiche a quelle stampate. Il pdf da cui derivano può essere inviato alle rassegne stampa televisive, e anche esso può essere stampato in proprio dall'utente. Senza contare l'abbattimento dei costi di spedizione agli abbonati, appunto perchè non esiste spedizione, ma solo un recapito informatico

Ovviamente il fine di tutto ciò non è tanto accedere ai finanziamenti pubblici come Liberazione (Il Messaggero ha sempre scaricato i propri costi sulla collettività in altra maniera), ma piuttosto di vivacchiare, sperando che il flusso di pubblicità intercettato da internet e dalle copie sull'Ipad (senza contare gli abbonamenti) a fronte dell'abbattimento dei costi, possa comunque portare dei profitti con minor sforzo, oltre a mantenere la testata come mezzo di influenza a carattere politico.

Ma si tratta di strategie finora perseguite da giornali piccoli, come appunto Liberazione, e che tuttavia potrebbero essere impiegate anche in altre grandi testate a tiratura nazionale (come RCS che per altro non gode di buona salute).

In breve, alla fine dei 12 o 24 mesi di solidarietà, che ne sarà dei poligrafici al Messaggero? E anche se la 62 ex 416 dovesse sopravvivere quel tanto che basta per mandare il più grande numero possibile di persone in prepensionamento, ( a carico della collettività, s'intende) che ne sarà dei pochi che rimarranno? E quanto queste strategie si rileveranno vincenti? E soprattutto: quanto costano i dirigenti che le applicano con poca, assai poca fantasia? Il Messaggero sta morendo...

http://www.giornalettismo.com/archives/190981/la-grande-truffa-di-liberazione-on-line/

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