sabato 16 febbraio 2013

APPELLO AI LAVORATORI DEL MESSAGGERO, IN VISTA DELLE PROSSIME ASSEMBLEE. A tutti coloro che stanno perdendo di vista alcune cose, e arrivati a questo punto credono che il loro nemico stia diventando la RSU o i sindacati in genere, invece di tenere fermo

APPELLO AI LAVORATORI DEL MESSAGGERO, IN VISTA DELLE PROSSIME ASSEMBLEE.

 

A tutti coloro che stanno perdendo di vista alcune cose, e arrivati a questo punto credono che il loro nemico stia diventando la RSU o i sindacati in genere, invece di tenere fermo il punto che il nostro nemico è questa proprietà e questa dirigenza, vorrei chiarire alcuni punti:

 

L'incarico sindacale è un incarico di lotta e di trattativa. Colui al quale piace solo l'una o solo l'altra, non è in grado di fare il rappresentante sindacale, rischia di fare del male solo a sé stesso e agli altri.

 

La trattativa ad oltranza, la mediazione perseguita ad ogni costo, rischia di far ottenere assai più cose alla controparte, piuttosto che a coloro che rappresentiamo. Ci si mette in un continuo stato di subalternanza, di inferiorità e di debolezza.

 

La lotta ad oltranza porta però ad una rigidità ed impotenza delle rappresentanze sindacali, scambiata per forza. Si dice no a tutto. Nell'immediato si fa la figura degli incorruttibili ed irriducibili. 

Alla lunga si apre la strada al fatto che la controparte si appelli ad un arbitro esterno (che dovrebbe essere super partes, ma magari non lo è) la cui decisione è inappellabile. E spesso questa decisione è a svantaggio di coloro che la RSU rappresenta, e si finisce per rimetterci di più di quello che ci avremmo rimesso in caso di trattativa interna.

 

Saper capire quando e fino a quando lottare, e allo stesso tempo quando e fino a quando trattare, è un compito difficile.

 

Le RSU e i sindacati sono composti da esseri umani, con i loro pregi e difetti, e ovviamente spesso sbagliano e sicuramente al 99% dei casi si sarebbe potuto fare meglio di come hanno poi effettivamente agito. Ma da casa è sempre facile vincere le partite.

 

La RSU ora si appresta ad intraprendere una fase delicata della trattativa. Molto è stato fatto. Portare l'Azienda sul terreno dei contratti di solidarietà, alternativi alla Cassa Integrazione, è stato già tanto (chi pensa di saperla lunga e parla di bluff, consideri che la cassa integrazione è per l'Azienda assai più immediata ed economica della solidarietà).

 

Tuttavia, poiché ci troviamo di fronte ad una casta padronale, ad una cricca di caporalato come neanche nell'Ottocento si vedeva nel mondo del lavoro, ora la RSU si trova a superare lo scoglio della "integrazione economica" richiesta da questa dirigenza dalla dubbia moralità e capacità imprenditoriale, che tuttavia ha come referente politico un partito che, con spudorata ed ignobile ipocrisia, dichiara di avere a cuore famiglie e deboli, e spesso invece conquista le pagine della cronaca per imprese non certo nobili.

 

 

La richiesta aziendale  è odiosa e vile, lo sappiamo tutti. E certamente nessuno di noi vorrà rinunciare ad istituti acquisiti da tempo. E' chiaro che probabilmente dovremo mettere in campo nuovi scioperi.

 

Ma è chiaro che dopo ogni sciopero ci sarà un nuovo tavolo in Fieg, e si riprenderà da dove si è interrotto. Zanardi reciterà la parte del dirigente tutto d'un pezzo, che non vuole cedere in nulla e su nulla. La responsabilità di trattare per evitare nuovi scioperi, la delegherà ad un altro dei suoi sottoposti. Perché Zanardi, nonostante la sicurezza che ostenta, ha accusato il colpo e sente la poltrona sotto le sue auguste chiappe, traballare anziché no.

 

Alla fine indurremo l'azienda a chiedere di meno. Ma l'azienda continuerà a chiedere.

 

A questo punto, la patata bollente tornerà alla RSU, che chiederà la convocazione di una nuova assemblea.

 

E questa dovrà deliberare sul da farsi. Ai colleghi che parteciperanno a quella di Domenica e Lunedì, così come a quelle future, vorrei dire di chiedere alla RSU di non cedere su questioni che non possono essere oggetto di trattativa.

 

Ma al tempo stesso, a quegli stessi colleghi, chiedo, qualora - E SOLO IN QUEL CASO - nel corso della vertenza si presentassero condizioni più praticabili e meno onerose per noi, di non opporre un ostinato e cieco "NO" a tutto, imitando la stolta condotta di Zanardi, che è del tutto incapace di intavolare qualsiasi trattativa e infatti alla fine deve delegare ad altri.

 

Accusare la RSU di scarsa decisione, chiudergli ogni eventuale e possibile spazio di manovra (attualmente non ce ne sono, e non è detto ce ne siano in futuro, e dunque si deve proseguire con la lotta ad oltranza) significa mettere la RSU in condizioni di totale impotenza.

 

E significa anche porre le condizioni perché sia un altro a decidere: magari la Regione Lazio, dove c'è un impiegato che è incaricato di prendere decisioni sugli altri e al posto degli altri. E queste potrebbero essere peggiori delle strade intraprese dalla RSU e dai sindacati.

 

Noi abbiamo una grande carta da giocarci: gli scioperi durante le elezioni. Questa eventualità in realtà spaventa sia Napoli che Zanardi, e irriterà i Caltagirone. Anche se tutti costoro ostentano ora sicurezza e noncuranza.

 

Quest'arma può giocare a nostro vantaggio e possiamo indurre l'azienda a desistere da azioni di prepotenza. 

 

Ma ottenuto questo, potrebbe profilarsi la possibilità di un compromesso accettabile da entrambe le parti (condizione che oggi non c'é).

 

Inviterei tutti quanti, qualora si verificasse questa eventualità, di non presentare alla RSU, in assemblea, solo veti. A quel punto, se si dirà di no ad ogni cosa su cui si discuterà, alla RSU non resterà alcuno spazio di manovra, e sarà un terzo a decidere per tutti, e noi tutti dovremo solo subire.

 

A chi pensa poi di non essere coinvolto dai licenziamenti, potrei rispondere che ha ragione...per ora.

 

I licenziamenti di massa non sono mai stati applicati al Messaggero, sarebbe la prima volta, come è stato detto dal CDR.

 

Ma una volta aperta la strada, ad ogni minimo calo di fatturato, questi "signori" - chiamiamoli così - non si fermerebbero più.

 

Non dimentichiamo poi che la legge 62 ex 416 l'ha scampata per un pelo, ma non è detto che non venga modificata, e chiunque legga queste righe può fare tutti gli scongiuri che vuole.

 

La continuazione, fino al suo esaurimento, della procedura di mobilità ex 223, farebbe naufragare ogni possibile accordo, da siglarsi entro la fine di quest'anno o al massimo all'inizio dell'anno prossimo, in ogni caso prima che la 62 ex416 cambi. Il tempo scorrerebbe, magari la RSU nel frattempo si sarebbe dimessa, e si sarebbero persi intanto giorni, settimane, mesi, finché il governo non avrà modificato detta legge (perchè è sicuro che verrà modificata. L'azienda stessa e i sindacati ne sono convinti). Per questo l'insistenza sui licenziamenti: dopo aver fatto per anni soldi solo e soltanto con le ristrutturazioni, i Caltagirone vedono profilarsi all'orizzonte la possibilità che a queste non si possa più attingere in futuro, e allora premono per licenziare. D'altronde hanno sempre scaricato i loro debiti sulle casse nazionali (brutto vizio dello pseudo capitalismo italiano. Liberista a chiacchiere)

 

Significa che chi attualmente non è coinvolto da questi licenziamenti e si era immaginato la possibilità di andare presto in prepensionamento, vedrebbe sfumare questa eventualità.

 

La riforma che la Fornero voleva attuare, prevedeva pesanti aumenti, in numero di anni dell'anzianità di contributi per potere accedere al prepensionamento. Significa che tutti i lavoratori attualmente in forza al Messaggero, o comunque la stragrande maggioranza, mancherebbero i requisti per accedere alla pensione anticipata, ogni volta per 2 o 3 anni.

 

E a Caltagirone non piace aspettare. D'altronde ha la 223 a disposizione...

 

Dunque invito tutti a far in modo che la vertenza venga risolta il più presto possibile, che venga risolta dalla RSU e non dalla Regione e che rimanga aperto lo spiraglio per i prepensionamenti.

 

Ma questo può avvenire solo se aiutiamo la RSU e non la mettiamo sempre e solo in difficoltà.

 

Ciò non vuol dire toccare gli istituti retributivi che sono irrinunciabili, per questi è giusto battersi e ci batteremo.

 

Ma se dovessero presentarsi condizioni più praticabili di trattativa, continuare a dire solo "No" potrebbe essere controproducente.

 

Perché significherebbe non solo contribuire al licenziamento di qualcuno (e si parla di persone che hanno un mutuo magari, o dei figli, proprio come tutti noi);  A qualcuno tutto ciò potrebbe magari non interessare (non si può obbligare la gente ad essere altruista).

 

Ma significherebbe anche perdere, e in via definitiva, la possibilità del prepensionamento. E la questione non è da sottovalutare.

 

Qualcuno ha detto, saggiamente, che la RSU è l'unica cosa che rimane fra noi e i licenziamenti.

 

Non mettetela solo in difficoltà, non recriminate sempre e solo le scelte passate, non la biasimate sempre.

 

Davanti all'azienda, quei ragazzi sono soli. E hanno il peso di decisioni che ci coinvolgono tutti, e che grava completamente sulle loro spalle. Oltre ad avere anche essi un mutuo e dei figli da mantenere, come tutti noi. Ma spesso sembra che ce ne dimentichiamo.

 

Siate intransigenti sulle condizioni inaccettabili, ma siate ragionevoli su ciò su cui si può ragionare.

 

E nei confronti della RSU siate severi o benevoli, a seconda di ciò che vi aggrada. Ma nell'uno e nell'altro caso, siate con loro sempre giusti.

 

GRAZIE

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