domenica 24 febbraio 2013

Nuova sede, la Provincia di Roma va avanti

Imbarazzante articolo senza firma (ma pare sia di pugno di Davide Desario) apparso su Il Messaggero. Alla luce dei fatti narrati da quest'altro articolo: http://ilportaborse.com/2012/10/il-vero-sfidante-di-zingaretti-alla-regione-non-e-un-politico-e-non-si-candidera-e-francesco-gaetano-caltagirone/

Le ragioni dell'imbarazzo si fanno più chiare.

http://www.ilmessaggero.it/roma/campidoglio/provincia_nuova_sede_zingaretti/notizie/223117.shtml

Nuova sede, la Provincia di Roma va avanti

Aperte le buste dei partecipanti alla gara per la costituzione di un fondo immobiliare che gestirà, non senza difficoltà, la vendita degli immobili

La nuova sede della Provincia di Roma

ROMA - La Provincia di Roma è convinta di fare un'operazione virtuosa in perfetta linea con le norme della spending review. In tanti, invece, pensano che sborsare 263 milioni di euro per acquistare una nuova maxisede senza avere la liquidità necessaria ma contando sui ricavi della vendita (non ancora avvenuta) di alcuni immobili di proprietà, sia un'operazione ad alto rischio fatta sulla pelle, anzi sulle tasche dei cittadini.

Lo pensano due parlamentari come Stefano Pedica (Idv) e Vincenzo Piso (Pdl) i quali, considerando che l'ente è ormai stato cancellato, hanno presentato altrettante interrogazioni al governo Monti. Lo pensano i magistrati della Corte dei Conti che hanno deciso di aprire un'inchiesta per fare luce sulle troppe ombre dell'operazione.

E lo pensano anche gli stessi dipendenti di Palazzo Valentini, preoccupati di essere deportati in una cattedrale nel deserto all'estrema periferia sud della Capitale scarsamente servita dal trasporto pubblico e lontana dagli altri uffici.

Eppure, chissà perché, la Provincia di Roma va avanti a testa bassa. L'ultimo passaggio c'è stato ieri con l'apertura delle buste dei partecipanti per la gara per costituzione di un fondo immobiliare che gestirà, non senza difficoltà, la vendita degli immobili.

«Stiamo determinando una straordinaria operazione di spending review - spiega soddisfatto il presidente della Provincia Nicola Zingaretti - chiuderemo dodici sedi distribuite su Roma per aprirne una. In questo modo non solo offriremo un servizio migliore alla cittadinanza ma risparmieremo anche circa cinque milioni di euro all'anno tra manutenzione e fitti passivi che saranno reinvestiti per strade e scuole». La Provincia annuncia che sono state due le offerte presentate dalle società di gestione del risparmio: la prima dalla sgr Bnp Paribas Real Estate sostenuta da Banca Imi, Unicredit e Bnl; la seconda dalla sgr Sorgente sostenuta dalla Banca Popolare di Bari.

«È di grande importanza - sottolinea ancora Zingaretti - il fatto che abbiano creduto in questa operazione tra i maggiori istituti di credito nazionali ed internazionali. È la dimostrazione della trasparenza e della solidità del nostro progetto: per la prima volta l'amministrazione pubblica dimostra di saper fare quello che farebbe qualsiasi impresa privata, ossia valorizzare risparmiando».

Ma basta ripercorrere tutti i passaggi per farsi un'idea. Tutto è cominciato nel 2005 quando viene pubblicato il primo bando esplorativo per individuare dove realizzare una nuova sede. Passano due anni, siamo nel 2007 e dopo un lungo monitoraggio viene scelto (scartando una soluzione più economica sui terreni comunali dello Sdo) un maxi complesso vicino al raccordo anulare di proprietà di Parsitalia (gruppo di costruzioni della famiglia Parnasi) e viene definito il contratto di locazione più la relativa opzione d'acquisto. Altri 24 mesi e improvvisamente la Provincia, nonostante il dibattito sull'abolizione degli enti intermedi sia già entrato nel vivo, esercita il diritto di opzione: dall'affitto quindi si passa all'acquisto. 

Nel frattempo Parsitalia conferisce questa e altre iniziative a un fondo immobiliare Upside gestito da Bnp Paribas (quasi lo stesso che adesso partecipa alla gara per il fondo immobiliare). Il 25 ottobre del 2010 arriva, dopo una lunga battaglia con l'opposizione, il sì del consiglio provinciale e la firma del contratto preliminare di acquisto di cosa futura. Della nuova sede cioè, che dovrà essere realizzata e collaudata entro il 31 dicembre 2012. Si tratta di uffici, attualmente ancora in fase di ultimazione, per oltre 67 mila metri quadrati. Il prezzo è considerevole, soprattutto in tempi di crisi e di tagli alle spese: 219 milioni e 550 mila euro, che diventano 263,4 milioni con l'Iva. 

La Provincia pensa a come reperire il finanziamento e, non potendo farlo attraverso un prestito o un leasing (altrimenti violerebbe il patto di stabilità), decide di dismettere il proprio patrimonio, ma non direttamente, bensì attraverso un fondo. Così nel giugno scorso indice un bando di gara per selezionare una società di risparmio gestito (Sgr) che costituisca e gestisca un fondo immobiliare destinato all'operazione. Il bando di gara, dopo una proroga, è scaduto lunedì.
«In un momento di congiuntura economica durissima quale quello attuale, un buon amministratore avrebbe dovuto ritornare sui suoi passi e rivedere un progetto sbagliato - attacca il consigliere pdl del Comune di Roma, Francesco De Micheli -. E invece, mentre la provincia di Milano congela l'acquisto di una sede da 43 milioni di euro, Zingaretti si rallegra della risposta del mercato. Dimenticandosi della crisi, del territorio e dei cittadini».

Zingaretti ostenta soddisfazione. Ma a Palazzo Valentini l'atmosfera è tutt'altro che serena. Oggi è prevista una seduta della giunta all'interno della quale non tutti sono convinti della bontà dell'operazione. Domani, invece, sulla delicata questione della maxisede ci sarà un vertice tra gli uomini più fidati di Zingaretti e gli assessori competenti.

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