domenica 24 febbraio 2013

Il cortocircuito della stampa italiana tra la crisi dei poteri e l’attesa degli aiuti


Il cortocircuito della stampa italiana tra la crisi dei poteri e l'attesa degli aiuti

Dal Corriere alla Stampa, passando per Repubblica, Il Messaggero e Quotidiano Nazionale. L'autunno caldo dei quotidiani italiani alle prese con i conti in disordine, è iniziato e non sono pochi gli osservatori che si chiedono a chi toccherà pagare il conto, mentre gli editori "non puri" del Paese assorbiti da altri interessi, non sembrano intenzionati a mettere mano al portafoglio. Un aiuto arriverà dallo Stato, ma le attese maggiori sono per la campagna elettorale

L'EDITORE BANCHIERE DEL MESSAGGERO. Che la presenza sul territorio sia un asset fondamentale, lo insegna anche il costruttore-editore Francesco Gaetano Caltagirone che ha quotidiani lungo tutto lo stivale: dal Mattino di Napoli al Gazzettino veneto passando per il Messaggero romano. Manca solo il tassello del nord ovest che il costruttore in passato avrebbe volentieri coronato con Il Secolo XIX o La Stampa. Anche qui, però, stato di crisi. Per colpa delle banche: la Caltagirone Editore ha chiuso il 2011 in perdita per 30,7 milioni (-11,4 milioni il risultato di metà 2012) principalmente per via delle svalutazioni di titoli azionari detenuti dalla società. Primi fra tutti quelli del Monte Paschi di Siena dal quale Caltagirone nell'ultimo anno si è progressivamente allontanato per concentrarsi su Unicredit nel cui consiglio di amministrazione siede il figlio Alessandro.

Il centro degli affari del gruppo, che per l'editoria fa capo alla figlia del patriarca, Azzurra, moglie diPier Ferdinando Casini, e che attraverso il Messaggero studia anche il lancio di un inserto di economia e finanza, resta però l'edilizia attraverso le controllate Vianini lavori, Cementir e Caltagirone spa, con affari importanti come l'appalto da 560 milioni per il prolungamento della metro romana B. Anche se a metà anno Vianini lamentava la forte difficoltà del "mercato delle opere pubbliche in ragione della riduzione delle risorse pubbliche disponibili", pur vantando, in tale contesto, un portafoglio lavori da 1,9 miliardi al 31 marzo.

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