domenica 24 febbraio 2013

Corriere della Sera, agosto 1997: Toghe sporche, ora spunta la pista dello Ior

L' INCHIESTA DI PERUGIA: RICOSTRUITO IL PERCORSO DI CINQUE MILIARDI DA MELPIGNANO A BONIFACI ATTRAVERSO PASSAGGI NELLA BANCA VATICANA

Toghe sporche, ora spunta la pista dello Ior

Si indaga sulla vendita del Tempo. Respinta la richiesta di scarcerazione per Savia

----------------------------------------------------------------- L'inchiesta di Perugia: ricostruito il percorso di cinque miliardi da Melpignano a Bonifaci attraverso passaggi nella banca vaticana Toghe sporche, ora spunta la pista dello Ior Si indaga sulla vendita del Tempo. Respinta la richiesta di scarcerazione per Savia ROMA - "Toghe sporche", molti nomi noti dell'imprenditoria romana tremano per l'indagine della Procura di Perugia. Un'inchiesta che riserva sorprese di giorno in giorno. L'ultima, clamorosa novita' e' che tra le carte del procedimento e' spuntato fuori un misterioso versamento di cinque miliardi dell'avvocato tributarista Sergio Melpignano al costruttore ed editore de Il Tempo, Domenico Bonifaci. Parte di questi soldi sono poi passati allo Ior, la banca del Vaticano. Tra i numerosi filoni d'indagine, i carabinieri del Ros stanno approfondendo quello sull'istituto di credito vaticano. I militari, con un lavoro certosino, sono riusciti a ricostruire gli spostamenti del denaro. Dopo aver ricevuto un pagamento dalla Montedison, il tributarista avrebbe trasferito dal Banco di Sicilia alla Banca popolare di Spoleto, il 6 dicembre '90, cinque miliardi e 100 milioni. Il 13 dicembre avrebbe prelevato tre miliardi e 50 milioni in contanti ed acquistato Cct. Su due miliardi che sarebbero stati consegnati a Bonifaci si e' concentrata l'attenzione degli investigatori. Tutte le cedole dei Cct sarebbero state presentate all'incasso dallo Ior alla Comit di Roma. Sono ora in corso accertamenti alla Banca d'Italia e altri istituti di credito (Comit, Banco ambrosiano veneto, Banca popolare di Lodi), nei quali risultano depositate le varie cedole per individuare i reali beneficiari del denaro: "Beneficiari - ha scritto la Procura nel provvedimento con il quale ha negato la scarcerazione di Bonifaci - tra i quali si sospetta fondatamente che possano esservi anche pubblici ufficiali". Secondo i pm, il costruttore avrebbe inoltre omesso di rivelare la reale natura dei sui rapporti con "Melpignano, l'Eni e le Ferrovie dello Stato": Bonifaci sarebbe apparso "non esaustivo, per non dire reticente, su alcuni fax sequestrati nel suo studio e indirizzati a questi soggetti". Un ulteriore fronte istruttorio e' stato aperto dai Ros alla fine di giugno. Nella delega dei pm, coperta da alcuni omissis, si chiede ai militari di "ricostruire le contrastanti dichiarazioni rese da Bonifaci e da Francesco Gaetano Caltagirone in merito alla cessione della testata Il Tempo": Bonifaci ha sostenuto che l'operazione di compravendita del quotidiano e' stata "perfettamente lecita" e che di essa si e' occupato "integralmente" Melpignano, ma non e' stato creduto. Non e' finita: i magistrati hanno chiesto e ottenuto dalla Banca di Roma la documentazione sull'acquisto de Il Messaggero, il cui editore e' Caltagirone. L'istituto di credito ha consegnato alla Procura l'"elenco dei bonifici eseguiti per conto delle societa' acquirenti" e "copia delle fidejussioni rilasciate a garanzia del residuo prezzo". E, anche su questo filone d'indagine, potrebbero arrivare presto importanti sviluppi. E' stata, comunque, un'altra giornata importante, quella di ieri, sul fronte dell'inchiesta dei pubblici ministeri Fausto Cardella, Silvia Della Monica, Alessandro Cannavale e Michele Renzo. Il ministro per il Commercio con l'estero si e' presentato nel tardo pomeriggio per una "deposizione spontanea", al palazzo di giustizia: Augusto Fantozzi non e' coinvolto nell'indagine ma ha voluto subito spiegare ai magistrati il significato dell'incontro avuto con Melpignano lo scorso 17 aprile di fronte al Caffe' Greco di Roma. Ma un altro appuntamento ha segnato un'ulteriore svolta nell'inchiesta: il gip Giancarlo Massei ha respinto la nuova istanza di scarcerazione dell'ex procuratore della Repubblica di Cassino Orazio Savia presentata dagli avvocati Ugo Longo e Mattia La Marra. Il giudice avrebbe giustificato la decisione con la necessita' da parte della Procura di compiere altre indagini, senza il rischio di inquinamento delle prove, evidenziando inoltre che la situazione non si e' modificata rispetto al suo precedente, analogo, pronunciamento. E martedi' prossimo, al Tribunale della liberta', verrano discussi i ricorsi di Melpignano e Bonifaci.

Haver Flavio

Pagina 4
(9 agosto 1997) - Corriere della Sera

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