martedì 26 febbraio 2013

I padroni della stamperia – : la galassia Caltagirone

I padroni della stamperia – 5: la galassia Caltagirone

20/10/2012 - Francesco Gaetano Caltagirone, re del cemento. La lotta contro Zingaretti e Veltroni, le baruffe per Acea. L'impegno nell'editoria di un principe della finanza italiana.

I padroni della stamperia - 5: la galassia Caltagirone
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"Io, una campagna stampa così forte, non l'ho mai vista": così parlava qualche mese fa uno stretto collaboratore di Nicola Zingaretti alla Provincia di Roma. Il Portaborse qualche giorno fa preconizzava che il principale avversario della corsa dell'ex presidente di Palazzo Valentini verso la Regione Lazio sarebbe stato proprio lui, sempre lui.

FGC - L'uomo che è dietro la betoniera con in mano il Messaggero. L'editore di due dei principali organi di informazione dello scenario romano, il quotidiano di via del Tritone e il suo fratellino free press, Leggo. Uno degli uomini più ricchi d'Italia, sebbene pesantemente indebitato presso banche ed istituti di credito. L'uomo che ha costruito, insieme alla grande lobby del cemento romano, metri e metri cubi di cemento nella capitale, non osteggiato dalle giunte di centrosinistra ma anzi, dicono alcuni, aiutato. Francesco Gaetano Caltagirone è l'uomo che tiene in mano, fin dal 1995, il primo quotidiano di Roma, il gigante della cronaca, il foglio più letto nella capitale, arrivato nelle mani impastate di calcestruzzo dopo una lunga storia.

IL MESSAGGERO - Il quotidiano era reduce da mani sporche di loschi affari della prima repubblica, quelle di Raul Gardini, il grande scalatore del gruppo Ferruzzi che nel 1987 acquisisce il controllo della Montedison che da tempo era editrice del Messaggero dopo averne ereditato, non facilmente, la proprietà dalla storica famiglia Perrone. Nel 1996, dopo le elezioni politiche che videro il ritorno del centrosinistra dopo la prima, labile parentesi berlusconiana, arriva anche Caltagirone al vertice del Messaggero, insieme allo storico quotidiano napoletano, il Mattino. Man mano la galassia editoriale di Caltagirone si amplia, nel 1998 arriva quello che sarà "il Nuovo Quotidiano di Puglia", nel 2001 il gruppo sbarca nella Free Press con Leggo, nel 2006 arriva la storica testata del Gazzettino.

NO AL PALAZZONE - Ma avevamo iniziato parlando di Nicola Zingaretti. Il Messaggero nemmeno un mese fa, prima che la Pisana crollasse definitivamente, prima che l'impegno di Zingaretti virasse sulla Regione, aveva iniziato una furiosa campagna di stampa contro l'occupante della provincia, e aveva iniziato a fargli, letteralmente, le pulci. Il tutto perché la Provincia, dando seguito ad un impegno, in effetti, preso dalla precedente amministrazione, ha deciso di dare gas all'acquisto di una struttura da 260 milioni all'Eur per trasferire gli uffici di un ente che, a ben vedere, è stato soppresso dalla spending review del presidente Monti. La provincia, come si sa, si trasformerà in città metropolitana romana. Il Fatto Quotidianospiegava egregiamente perché Caltagirone avesse iniziato, dalle colonne del Messaggero e di Leggo, a sparare a cannone spianato contro le scelte di Zingaretti.

Il fatto è che il progetto assegna la costruzione al gruppo Parnasi, colosso dell'edilizia locale e concorrente di Caltagirone. Zingaretti, stretto tra i due contendenti, tace. Ha parlato un anno fa spiegando che unificare gli uffici è un servizio alla cittadinanza e un risparmio. Perché dei 263 milioni spesi per l'acquisto, ne torneranno indietro almeno 228: questa è la cifra cui si obbliga la società di gestione che dovrà vendere 12 immobili della Provincia. In più, l'a c c o r p amento eviterà costi vivi per affitti e manutenzioni di palazzi pregiati: 5 milioni di euro l'anno risparmiati. Ad esempio, la sede di via Sant'Eufemia costava un milione e duecentomila euro l'anno, e il proprietario era proprio Caltagirone: contratto annullato.

Ops.

A ROMA - Caltagirone non è nuovo a questo genere di polemiche. Lo si ricorda scagliarsi contro Walter Veltroni, sindaco di Roma, al tempo dell'approvazione del piano regolatore generale della capitale, una delle innovazioni salutate da molti come rivoluzionarie per una capitale che era cresciuta in maniera grandiosamente disordinata negli anni precedenti; costruita, anche, da Caltagirone. Sullo sfondo della nuova contesa con Zingaretti, anche la questione delle municipalizzate; il presidente della Provincia si è sempre espresso contro l'ipotesi, propagandata da Gianni Alemanno, di alienare parte delle quote di Ama, che raccoglie i rifiuti per la città. Caltagirone possiede già una partecipazione non indifferente in Acea, e la tentazione di arricchire questa gioielleria non era così peregrina.

L'EDITORE - Torniamo all'editoria. Nella galassia Caltagirone, i giornali sono saldamente posseduti dalla Caltagirone Editore, parte dell'universo familiare; formalmente, è controllatadalla Caltagirone SpA, la holding di famiglia e centro di snodo di una galassia di scatole cinesi, controllate e controllanti di ampia ramificazione. La maggior partecipazione nella Holding, per Francesco Gaetano arriva dalla Finanziaria Italia 2005, che può essere riportata alla sua persona solo con tre "balzi" societari; in cima, troviamo la FGC, possieduta al 100% da Caltagirone, che è un po' la sua "porta" sulle attività personali e di famiglia.

RAGNATELA - La società editrice è controllata al 18% direttamente da Caltagirone, e al 35% da una società che con altri due balzi arriva alla holding di famiglia. Alla holding fanno capo tutte le attività "dei grandi lavori, del cemento, immobiliare, finanziario e dell'editoria", scrive il sito ufficiale: Cementir, quarto produttore di cemento in Italia e primo in Scandinavia per la produzione del calcestruzzo; Vianini Lavori, attiva a livello mondiale nell'ingegneria civile, una delle prime aziende che Caltagirone ha acquistato quando, negli anni '70, ha ripreso l'attività di famiglia che si era interrotta con la morte del padre, facendo società con fratelli e cugini; Vianini Industria: tubi, piloni, prodotti idraulici, che vende a Ferrovie dello Stato ed Enel.

A SPASSO PER LE BANCHE - La galassia editoriale di Caltagirone non si limita, comunque, ai giornali: c'è la Piemme, concessionaria di pubblicità per i giornali e i siti internet del gruppo; e Caltanet, portale internet di grandezza e storia non secondarie in Italia. In società con Caltagirone, nella maggior parte delle sue attività, c'è il fratello Edoardo, anche lui editore di televisioni locali romane importantissime, fra cui Teleroma 56 e T9. Si racconta che Francesco Gaetano Caltagirone sia uomo schivo e abituato a mantenere un basso profilo, sopratutto quando si tratta di investire in banche: non è certo tipo da presentarsi in filiale a chiedere finanziamenti.

COME PUNTARE ALLE CORSE - Le sue partecipazioni sono però qualificate, tanto da entrare nei salotti d'amministrazione e poter influire nelle scelte. Bnl, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit: per Bnl Caltagirone si è però beccato una denuncia e condanna per insider trading, con conseguente interdizione perpetua dai pubblici uffici; e si sa che su Monte dei Paschi, nonostante investimenti imponenti, ha perso pesantemente e ha rinunciato a qualsiasi incarico direttivo, prima di vendere tutto e di buttarsi su Unicredit, operazione andata a buon fine e che ha portato in cassa un buon guadagno. Ora, la partita, si torna a giocare a Roma e nel Lazio, principale centro dei suoi interessi. Il candidato sostenuto dalla lobby del cemento ha sempre una marcia in più.

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