martedì 26 febbraio 2013

Casini ammette sconfitta, onore ai vincitori

Almeno di questo possiamo esser soddisfatti, è un po' poco, però...


Casini ammette sconfitta, onore ai vincitori

Finiani forse fuori Camera. Fini, risultato totalmente negativo

25 FEBBRAIO, 22:37
Casini ammette sconfitta, onore ai vincitori Casini ammette sconfitta, onore ai vincitori
Casini ammette sconfitta, onore ai vincitori

di Milena Di Mauro

ROMA - Il primo a mettere la faccia sulla cocente sconfitta di un progetto - quello di fare della Lista Monti l'ago della bilancia per la futura governabilità del Paese, meglio se con un governo delle larghe intese - è Pier Ferdinando Casini. Il leader Udc si materializza nella sede del partito a via dei Due Macelli a metà pomeriggio, quando i dati non sono ancora definitivi, ad oltre tre ore dalle prime dichiarazioni di Mario Monti (che Casini ammette di non aver neppure sentito oggi), come avesse fretta di dire le cose come stanno: "Nella vita si vince e si perde. Noi abbiamo avuto un risultato sotto le aspettative. Onore a chi ha vinto". Gianfranco Fini a tarda sera emette una laconica nota: "Per quanto ci riguarda è impossibile nascondere un risultato totalmente negativo ed è inutile recriminare. Per l'Italia temo che il peggio debba ancora venire". Per tutto il giorno però Fini era rimasto in silenzio, nell'amara consapevolezza che se alla Camera l'Udc fosse sotto al 2%, se anche la coalizione centrista superasse la soglia del 10%, Fli neppure entrerà a Montecitorio e lui stesso resterà fuori dal Parlamento. Monti pondera le parole che dovrà dire e Luca Cordero di Montezemolo é scomparso dai radar. Il leader Udc passa invece per primo da sconfitto sotto l'Arco di Costantino di queste elezioni, anche se davanti a lui non c'é un unico generale trionfante. Casini lo capisce e ammette subito il primo dei fallimenti: "non aver garantito la governabilità". Il leader dell'Udc - che comunque entra al Senato con un manipolo di fedelissimi - non aspetta neppure di capire se lo scudocrociato avrà o no rappresentanza a Montecitorio. E stoppa prima chi probabilmente gli imputerà di aver voluto a tutti i costi liste distinte da Monti alla Camera: "Guai ai politici che recriminano il giorno dopo, non mi piace chi spiega domani quello che doveva essere fatto oggi. E' chiaro che noi siamo stati donatori di sangue...".

La sorte dell'Udc, che entri o non entri in Parlamento, "é un problema personale, non degli italiani". Ciò di cui va preso atto è piuttosto che è persa la battaglia. E non deve essere facile per Casini fare 'chapeau' al Cavaliere, che aveva detto di volersi ubriacare se Udc e Fli fossero state sconfitte."Complimenti a Berlusconi - porge l'altra guancia Casini - bisogna riconoscere che ha fatto una campagna elettorale memorabile. Lo abbiamo criticato e lo criticheremo, ma come animale elettorale si conferma il numero uno". La presa d'atto non si ferma qui. Quando Casini dice "Onore a chi ha vinto" pensa anche a Grillo, verso il quale non è stato tenero per tutta la campagna elettorale. "Gli elettori hanno sempre ragione e hanno scelto così - fa retromarcia oggi -. Auguro a chi ha vinto di fare bene nell'interesse del Paese e degli elettori che lo hanno votato...". Onore anche a Pier Luigi Bersani, al quale il leader Udc mette in mano il cerino delle scelte future. "E' lui che ha vinto alla Camera - dice Casini al leader del Pd - è una persona seria e gli faccio gli auguri. L'onere della proposta spetta a chi a vinto, non a noi che abbiamo fatto una battaglia sincera, limpida e onesta in cui credevamo, ma l'abbiamo persa". Oggi è Casini a guardare in faccia la sconfitta. Domani toccherà andare più a fondo anche a Fini, che resta chiuso per tutto il giorno con i dirigenti di Futuro e Libertà, tutti sotto choc, nella sede del partito. E' più che concreta la possibilità di un fine corsa a Montecitorio - dopo esserne stato presidente - dell'uomo della svolta di Fiuggi, poi leader di An e delfino del Cavaliere nel Pdl, infine suo detrattore con il celebre 'Che fai mi cacci', e in ultimo leader di Fli e convinto sostenitore della Lista Monti, che oggi deve fare i conti con il rischio concreto che la sua destra resti fuori da Montecitorio. (ANSA)

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