domenica 24 febbraio 2013

Caltagirone sceglie il sindaco di Roma per l’Udc: è Marchini Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/marchini-sindaco-di-roma#ixzz2LrGremKL

Caltagirone sceglie il sindaco di Roma per l'Udc: è Marchini

Alfio Marchini ha confermato poco fa di essere interessato a fare il sindaco di Roma. Ripubblichiamo

«Il nome di Alfio Marchini l'ho letto sui giornali. Non lo conosco personalmente, so che è un imprenditore, non mi risulta che faccia parte della nostra famiglia politica, forse i giornali sono più informati di me». Il vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti, esponente di spicco dell'Udc, assicura di non sapere nulla. Eppure a Roma la voce gira con insistenza già da qualche giorno. Pier Ferdinando Casini avrebbe scelto il suo uomo per la corsa al Campidoglio. Si tratta di Alfio Marchini: quarantasette anni, grande appassionato di polo, volto noto e invidiato del mondo imprenditoriale capitolino. Erede di una famiglia di costruttori, già esponente - per breve tempo - del Consiglio d'amministrazione Rai. Ma anche ingegnere, banchiere. Insomma, «la figura emergente dell'imprenditoria romana sopravvissuta a tangentopoli», stando alla descrizione offerta da un lungo profilo tratteggiato qualche anno fa dalla Repubblica.

Un nome, una garanzia. Anche, soprattutto, per il suo sponsor. Dietro la candidatura di Marchini ci sarebbe l'imprenditore-editore Francesco Gaetano Caltagirone. Il suocero del leader Udc Pier Ferdinando Casini. Caltagirone e Marchini non sono legati solo dalla partecipazione in Acea, la multiutility attiva nel settore dell'acqua e dell'energia. Ma anche da una forte amicizia. 

Intanto a Roma il dibattito è aperto. Complice l'incertezza politica degli ultimi tempi, non è ancora certo se alle Comunali l'Udc si schiererà con il Pd o il Pdl. Da questo punto di vista la candidatura di Marchini non aiuta a fare troppa chiarezza. L'imprenditore è difficilmente ascrivibile a questa o quella realtà politica. Lontano da tutti? Tutt'altro, la sua storia e le sue collaborazioni lo rendono trasversalmente vicino tanto al centrodestra che al centrosinistra. E così gossip e voci di corridoio si rincorrono. Alfio Marchini sarà il candidato sindaco in grado di sanare la frattura tra Udc e Pdl, magari in continuità con l'esperienza Alemanno? Oppure è l'uomo nuovo, rappresentante capitolino della recente intesa tra Casini e Bersani? 

I soliti bene informati arricchiscono le indiscrezioni con mille dettagli. Chi è pronto a scommettere sulla nascita di un asse Pd-Udc ricorda il retaggio familiare di Marchini. Erede di una delle poche famiglie di costruttori rossi della città. All'epoca il nonno Alfio e suo fratello Alvaro - detto "Calce e martello" - non si erano fatti bastare la tessera del Pci. E a Palmiro Togliatti avevano donato, dopo attento restauro, l'intera sede di via Botteghe Oscure. Il Bottegone. I legami con la sinistra seguono l'albero genealogico della famiglia. E proprio l'Alfio oggi in odore di Campidoglio, raccontano, è legato all'ex segretario Ds Massimo D'Alema da un'antica amicizia. 

Vicino a D'Alema, ma anche a Comunione e Liberazione. Ed ecco che si torna a parlare di un sindaco di centrodestra. Scelta obbligata, ricordano in molti, visto che il principale sponsor di Marchini è Caltagirone. E al momento i rapporti tra l'imprenditore romano e la dirigenza democrat romana sono tutt'altro che amichevoli. Almeno a giudicare dalla recente "distanza" tra l'editore delMessaggero e il presidente della Provincia - ora candidato alla presidenza della Regione Lazio - Nicola Zingaretti. I dissapori tra i due sarebbero legati alla tentata privatizzazione di Acea (di cui Caltagirone è il primo azionista privato). Un progetto contro cui il presidente della Provincia ha dato dura battaglia. Ne sarebbe nata, così si sono lamentati proprio i collaboratori di Zingaretti, una reazione. Una lunga campagna giornalistica su alcuni quotidiani del gruppo Caltagirone - il Messaggero e Leggo - contro lo "scandalo" della nuova sede della Provincia di Roma. L'acquisto del discusso grattacielo all'Eur? Uno spreco di denaro pubblico, secondo gli organi di stampa che lamentano lo sperpero di oltre 200milioni di euro. Una scelta gestionale oculata che permetterà rilevanti risparmi, stando alla replica di Palazzo Valentini.

Non è tutto. A spingere Marchini verso il centrodestra è lo stesso sindaco di Roma. Da qualche tempo è in atto un lungo corteggiamento da parte di Gianni Alemanno nei confronti dell'Udc. A livello nazionale il primo cittadino si è più volte speso con i dirigenti pidiellini per tentare un riavvicinamento con i vecchi alleati. Nella Capitale, qualche settimana fa il sindaco sarebbe arrivato addirittura a offrire a Casini la candidatura per occupare la sua poltrona. Un gesto generoso, per saldare una nuova intesa tra i moderati. Ma anche un'onorevole via di uscita per smarcarsi dal Campidoglio e poter tornare a calcare la scena politica nazionale.

L'Udc per ora aspetta. Probabilmente sarà decisiva la tornata elettorale in Sicilia, dove Casini e i suoi uomini testeranno l'alleanza con il Partito democratico. Ma certo, la candidatura solitaria di Alfio Marchini non sarebbe priva di senso. L'Udc può puntare su un nome nuovo, espressione della società civile. Una garanzia per rimanere protagonisti anche in caso di sconfitta elettorale (tanto per il partito di via Due Macelli che per Caltagirone). La certezza di diventare l'ago della bilancia che deciderà, al ballottaggio, il nome del prossimo inquilino del Campidoglio.  



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