venerdì 1 marzo 2013

IL PROGETTO EDICOLA DIGITALE, CIOE' QUALCOSA PENSATO DA CHI NON CAPISCE NULLA DELLA RETE, MA VORREBBE MANTENERLA SOTTO CONTROLLO E CONTINUARE A FARCI SOLDI. (DEDICATO IN PARTICOLAR MODO AL DG ZANARDI)

IL PROGETTO EDICOLA DIGITALE, CIOE' QUALCOSA PENSATO DA CHI NON CAPISCE NULLA DELLA RETE, MA VORREBBE MANTENERLA SOTTO CONTROLLO E CONTINUARE A FARCI SOLDI. (DEDICATO IN PARTICOLAR MODO AL DG ZANARDI)

Edicola digitale. Ovvero l'uovo di Colombo secondo alcuni, la nuova frontiera del business online delle news, il futuro dei quotidiani. 

Chissà, forse è vero, o forse il progetto non darà invece i risultati sperati, a meno di non intenderlo nel giusto modo.

Il problema è infatti sempre lo stesso, ed è in realtà vecchio come il commercio: come faccio a produrre qualcosa che mi dia profitto, ma soprattutto che la gente ritenga valga la pena di comprare e che sia dunque disposta a pagare per averlo?

Ma andiamo con ordine. Edicola digitale è la piattaforma, digitale appunto, ispirata al modello francese (ma i nostri strapagati manager un'idea originale no, eh? E per cosa vengono pagati allora?), che dovrebbe arginare l'abuso della diffusione gratuita delle news tratte dalle testate giornalistiche, cosa che veniva fatta da google ed altri. Le notizie non sono più dunque disponibili liberamente sulla rete, ma vien riproposto sulla stessa, il modello dell'edicola tradizionale: c'é un luogo dove ci si reca per acquistare il mezzo che riporta la notizia. Nel mondo reale che abbiamo sempre conosciuto era l'edicola, nel mondo della multimedialità è la rete stessa. Volete mettere il risparmio sulla stampa, la consegna e il guadagno dell'edicolante? E' anche per questo che questi ultimi (quelli non virtuali cioé) sono stati sul piede di guerra. 

Si tratta di una cosa assai singolare in realtà. Chi l'ha pensata è uno che guarda avanti. Ma forse non abbastanza. Certo, ha capito che la rete rende superflue molte cose: stampatori, carta, rotative, personale e mezzi per la consegna, spedizione abbonamenti, edicolanti...dal produttore al consumatore, senza intermediari! Abbattimento dei costi e tutto guadagno! (una manna per Caltagirone).

Strano che ad alcuni però, e fra noi al caro Alvise (per non dire Azzurra e Francesco Gaetano in persona) non sia sorto un pensiero cupo: ma perché continuare a pagare per le news? Le notizie hanno forse un diritto d'autore? Un copyright? Mi si dirà che non è il fatto ad essere coperto da diritti, ma il pezzo giornalistico che magari lo scopre (tipo gli articoli sul Watergate, per intenderci).

Ma il punto è questo: si paga per leggere l'inchiesta, l'indagine, il pezzo giornalistico. Ma quanti sono, soprattutto in Italia, i giornalisti che lavorano così?

Il Messaggero ad esempio, e ancor più i giornali del gruppo Caltagirone, sono molto poveri di contenuti. Da tempo, e di questo si sono accorti anche diversi lettori, i pezzi giornalistici sono un infiorettatura di agenzie, o poco più. E non per l'incapacità dei giornalisti stessi, ma per le condizioni in cui questi sono costretti a lavorare: trasferte praticamente nulle, aggiornamento professionale zero, necessità di fare un po' i giornalisti e un po' i poligrafici, e questo per poter licenziare questi e risparmiare sui costi. Al Messaggero sono praticamente sparite le firme più prestigiose (ma si continua a far scrivere un'insignificante rubrica a Maurizio Costanzo) e ci si serve del lavoro di collaboratori pagati una miseria. E come se non bastasse, si è costretti ad inseguire gli altri quotidiani, riproponendo quello che i concorrenti hanno pubblicato qualche giorno prima, e non si disdegna di attingere dai social network e dai blog, e di saccheggiare a piene mani Wikipedia, quando serve (guardandosi dal citarla ovviamente, e dal pagare a questa sì i contributi che gli si dovrebbero).

E' anche un fatto che al giorno d'oggi la notizia corre prima sul web, e non nasce certo dalle agenzie o dai quotidiani. Twitter, Facebook e i blog ancora, sono questi i luoghi dove oggigiorno la notizia nasce. E sono tutti siti gratuiti. Il giornale nasce dopo, anche quello online. E questi giornali hanno i loro banner pubblicitari...che altro vogliono? E il quotidiano sull'Ipad resta comunque un prodotto vecchio, perché mi da le notizie del giorno prima, come quello cartaceo. E allora non sono solo gli stampatori e le edicole o i poligrafici ad esser divenuti superflui. Ma anche gli editori e i giornali stessi (su qualsiasi piattaforma vivano), e i giornalisti. A meno che non si offra un prodotto davvero diverso, un prodotto che la gente ritenga valga la pena di pagare.

Ma può essere questo un quotidiano patchwork, frutto di ciò che viene rubato dalle agenzie, dalla rete e da altri quotidiani? E se confrontate il Gazzettino di Venezia, Il Mattino e Il Messaggero, spesso vi renderete conto che hanno molte, troppe cose in comune: I fondi sono gli stessi, le brevi pure, perfino le vignette, e per i pezzi di politica vengono utilizzati gli stessi che scrive Roma, anche su Napoli e Venezia, come se il Messaggero avesse due edizioni anche in quelle zone, con un inserto di notizie locali, fatto dalla redazione in loco. Ma non è così: sono tre quotidiani diversi.

La forza della rete è che non solo nessuno la può controllare pienamente, ma che lì tutto è gratuito, perché il business è altrove (come insegnano Facebook e Google). I quotidiani dovrebbero essere gratuiti perché i soldi li si fa con i contatti, la raccolta pubblicitaria e la vendita di collaterali. 

Invece, queste grandi menti del futuro, tra cui c'é Alvise, hanno pensato bene al copyright sulla notizia. 

Ma facciamo un esempio concreto. Se vi recate sull'Apple Store (anche attraverso il vostro Iphone o Ipad) e cercate l'applicazione "Il Messaggero" e leggete le recensioni degli utenti, ne leggerete delle belle e interessanti. Ecco alcuni esempi:

"Guido Pancaldi

Cestinata

Nonostante non fosse compresa la versione locale della mia provincia mi piaceva il layout del quotidiano...
Ora a pagamento con in più anche la pubblicità...Forse a 40 cent...

Comunque cestinata...C'é altro in giro.
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Non avete capito nulla! Altro lettore in meno
Safines

Imparate a finanziarvi con la pubblicità come fanno gli altri!
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Giusto pagare, ma molto meno
Jtk28

Quanti costi in meno avete rispetto all'edizione tradizionale? 
Carta, stampa, distribuzione, intermediari. Non vi sembra che 79 centesimi a copia sia un po' troppo? (ora è 1 euro n.d.r)
Incentivare la lettura digitale dei quotidiani è anche un dovere civico: una scelta ecologica ed economica. 
Siate meno esosi, non chiedo che sia gratis, però...Grazie!
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Bellissima
Waverider1977

Ora spero che a fronte delle sponsorizzazioni presenti, la consultazione rimanga gratuita. Dato uno smacco al Corriere!!! (ahimé così non è stato!)
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Occasione sprecata
Dekyon

Male, molto male. In un colpo solo passa dalla migliore app giornalistica italiana ad una delle tante inutili edicole a pagamento. Vorrei aggiungere che se prima il fatto che fosse lenta e piena di bug era abbondantemente mitigato dalla gratuità dei contenuti ora diventa molto risibile. In pratica adesso si può tranquillamente affermare che tra le tante app giornalistiche a pagamento è sicuramente la peggiore.
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Vergogna
Zxvgb

Era la mia app preferita in quanto gratuita e soprattutto ben fatta e funzionante. Ora si paga cancellata immediatamente. Vergogna!!!
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Che peccato e quanta poca lungimiranza
Luxal

Sono piemontese e qui da me "Il Messaggero" non è molto letto. Averlo messo a pagamento, dovrà fa pensare gli inserzionisti pubblicitari. Io mi ero abituato a leggerlo ogni giorno. Da oggi un lettore in meno. Sono io. E' poco, ma chi fa pubblicità lo sappia. Spero che questa scelta venga rivista. Intanto leggo altro. Buona fortuna.
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Non perdere tempo
Un altro lettore in meno

Ero ritornato a leggere il Messaggero. Peccato, app polverizzata all'istante. Messaggio per quei premi Nobel che hanno deciso di metterla a pagamento: e voi vorreste farmi pagare quasi quanto la versione cartacea per farmi leggere la vostra pubblicità a pagamento?...guardate che la gente non è stupida.
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Malissimo
Dabliu

...con questo ultimo aggiornamento è passata silenziosamente l'introduzione dell'edicola. Eppure durante la lettura apparivano continuamente dei banner pubblicitari a coprire metà schermata, non bastavano? Son sicuro che questo cambiamento non pagherà. Peccato, potevano essere promotori di un modello diverso di quelli di Corriere e Repubblica che invece son stati seguiti a ruota."


Gli esempi potrebbero continuare. Per informazione, i giudizi positivi sono quelli più riguardo all'App in sé stessa che al giornale e ai suoi contenuti. Insomma, la gente apprezza il Messaggero su Ipad, purché sia gratuito, non è disposta a spendere, per quello si orienta altrove.

Volete esser pagati? Offrite qualità e contenuti che altri non hanno. Ma per offrirli occorre investire.

Ma voi pensate a licenziare e prendete in giro i vostri lettori, che alla fine vi abbandonano.

Il Messaggero sta morendo.

http://www.tomshw.it/cont/news/edicola-italiana-riunisce-i-big-sulle-news-digitali-a-pagamento/41986/1.html

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